Roma, 4 aprile 2025. I ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio durante la conferenza stampa organizzata al termine della riunione del Consiglio dei ministri
Roma, 4 aprile 2025. I ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio durante la conferenza stampa organizzata al termine della riunione del Consiglio dei ministri

Decreto Sicurezza, il governo scavalca il parlamento. Cosa cambia rispetto al disegno di legge

Il testo redatto dall'esecutivo mette fretta alle Camere, già impegnate nella discussione di un analogo ddl, di fatto superato dal nuovo provvedimento. Il parlamento avrà 60 giorni di tempo per convertire il decreto in legge. Resiste l'impianto originario, che sopprime il dissenso e limita la libertà d'espressione

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

8 aprile 2025

  • Condividi

Il 4 aprile 2025 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge sul tema della sicurezza che, fra le altre cose, introduce nuovi reati, peggiora le condizioni di chi è detenuto e prevede maggiori tutele per forze di polizia e militari. Nonostante le modifiche richieste dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il provvedimento è una sorta di fac simile del disegno di legge licenziato dal governo nel 2023 e fino a qualche giorno fa in discussione al parlamento.

Cosa c'è dentro il ddl sicurezza: Proteste, carcere, cpr e cannabis, la parola d'ordine è reprimere 

Il decreto legge è solitamente utilizzato per gestire situazioni di comprovata emergenza, ma in questo caso non sembrano esserci i presupposti per agire in tal senso se non la volontà di superare i lavori e le discussioni parlamentari. Ecco allora che la mossa della maggioranza sembra avere un fine preciso, ossia mettere fretta alle Camere che hanno appena 60 giorni di tempo per convertire il testo in legge.

Il provvedimento ha scatenato critiche e proteste, anche da parte dei penalisti e dell'Associazione nazionale magistrati. In una nota pubblicata dall’Unione delle camere penali italiane si legge: “Non possiamo non denunciare ancora una volta l’abuso della decretazione d’urgenza nella materia penale. Tale modalità di intervento legislativo risulta tanto più inadeguata in quanto non solo adottata in mancanza di ogni profilo di necessità e di urgenza che possa giustificare una simile iniziativa, ma in quanto la stessa viene attuata con riferimento ad una serie di norme, già da più parti sottoposte a severe critiche, mentre è in corso un’ampia e approfondita discussione davanti al Senato”.

Il decreto si discosta poco dal precedente ddl, limitandosi a eliminare qualche passaggio controverso su richiesta del Colle. Su tutti, decade l’obbligo per università e pubbliche amministrazioni di fornire informazioni riservate ai servizi segreti

Il decreto si discosta poco dal precedente ddl, limitandosi a eliminare qualche passaggio controverso su richiesta del Quirinale. Su tutti, decade l’obbligo per università e pubbliche amministrazioni di fornire informazioni riservate ai servizi segreti, con la collaborazione che rimane facoltativa e regolata delle norme sulla privacy. Gli agenti dei servizi potranno comunque agire sotto copertura, arrivando a dirigere associazioni terroristiche ed eversive. Resta invece in piedi la struttura portante, che neppure tanto velatamente punta a reprimere ogni forma di dissenso e di fatto a limitare la libertà d’espressione.

Repressione del dissenso

Bloccare con il proprio corpo le strade o le ferrovie diventa un illecito penale e non più amministrativo, con pene che da 6 mesi possono arrivare a 2 anni, oltre al pagamento di una sanzione fino a 300 euro. La norma punisce soprattutto le azioni di gruppo. Condanne più pesanti anche per coloro che, durante le manifestazioni in luoghi pubblici o aperti al pubblico, si rendono colpevoli del reato di danneggiamento.

Bloccare con il proprio corpo le strade o le ferrovie diventa un illecito penale e non più amministrativo, con pene che da 6 mesi possono arrivare a 2 anni, oltre al pagamento di una sanzione fino a 300 euro

È introdotta una circostanza aggravante dei delitti di violenza o minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale se il fatto è commesso nei confronti di un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza. Un'ulteriore aggravante è prevista se il fatto è commesso per impedire la realizzazione di infrastrutture "destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici”. Pene più severe per chi deturpa e imbratta beni mobili e immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche.

Qualora il fatto abbia la finalità di “ledere l’onore, il prestigio o il decoro” dell’istituzione, il colpevole rischia la reclusione da 6 mesi a 1 anno e 6 mesi e la multa da 1.000 a 3.000 euro. Stretta anche sulle occupazioni abusive, con il nuovo reato idi occupazione arbitraria di immobile che prevede fino a sette anni di carcere e la procedibilità d'ufficio.

Stretta su carcere e cpr

Al fine di garantire "maggiore sicurezza" nelle carceri, è introdotta l’aggravante del reato di istigazione a disobbedire alle leggi (se commesso all’interno di un istituto penitenziario o a mezzo di scritti o comunicazioni diretti a persone detenute) e, soprattutto, l'introduzione nel codice penale del delitto di rivolta all’interno del carcere. E così, i detenuti che compiono “resistenza, anche passiva, all’esecuzione degli ordini impartiti per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza”, anziché ricevere provvedimenti disciplinari saranno punibili sul piano penale. Perché scatti il reato, basta che lo stesso coinvolga almeno tre detenuti.

La pena "base" è la reclusione da 2 a 8 anni, che in determinate circostanze aggravanti può aumentare. E così, l’aver commesso il fatto con uso di armi è punito con la reclusione da 3 a 10 anni;  l’aver causato una lesione personale implica l’aumento della pena fino ad un terzo; l’aver causato la morte è punito con la reclusione da 10 a 20 anni. È inoltre specificato che le stesse pene si applicano anche se la lesione personale o la morte avvengono immediatamente dopo la rivolta e in conseguenza di quest'ultima.

Ddl sicurezza, la repressione del dissenso nonviolento

La sola partecipazione alla rivolta è invece punita con la reclusione da 1 a 5 anni. Nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) è punito con la reclusione da 1 a 6 anni chi promuove, organizza e dirige una rivolta, mentre la sola partecipazione prevede una pena da 1 a 4 anni. Nel caso in cui vi sia un utilizzo di armi, si rischiano da 2 agli 8 anni, mentre se nel corso della rivolta qualcuno rimane ucciso o riporta lesioni gravi o gravissime (anche nel caso in cui l’uccisione o la lesione personale sia avvenuta immediatamente dopo la rivolta e in conseguenza di quest'ultima) la reclusione prevista va dai 10 ai 20 anni.

Mamme sempre detenute

Nessun dietrofront sulla detenzione obbligatoria per le donne incinte o madri di figli che hanno meno di un anno, con le pene che andranno comunque scontate in istituti a custodia attenuata per detenute madri (Icam). Nessuna possibilità di evitare il carcere, invece, se per la giustizia esiste il grave rischio che la donna commetta altri reati. In questi casi i neonati resteranno in carcere con le loro madri.

Più tutele per forze di polizia e militari

Il decreto punta a introdurre il nuovo reato di lesioni personali a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza che svolge le sue funzioni, con pene da 2 a 5 anni nel caso di lesioni semplici; da 4 a 10 anni nel caso di lesioni gravi; da 8 a 16 anni nel caso di lesioni gravissime. Una differenza sostanziale rispetto a oggi, con il reato circoscritto alle sole lesioni personali subite da agenti di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive. Inoltre, viene introdotta una specifica sanzione (da 2 a 5 anni) per le lesioni semplici.

Il governo punta a stanziare oltre 23 milioni di euro nel triennio 2024-2026 per dotare le forze di polizia (polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria) di dispositivi di videosorveglianza indossabili – le cosiddette bodycam – per registrare l’attività operativa e il suo svolgimento durante i servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno.

Il governo punta a stanziare oltre 23 milioni di euro nel triennio 2024-2026 per dotare polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria di bodycam

Confermato il beneficio economico per le spese legali sostenute da ufficiali o agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria, nonché dai vigili del fuoco, indagati o imputati nei procedimenti riguardanti fatti accaduti in servizio. Il beneficio ha un importo massimo di 10mila euro per ciascuna fase del procedimento e in caso di condanna, chi ne usufruisce può essere costretto a restituire il denaro ricevuto. La norma specifica poi che possono accedere al beneficio anche il coniuge, il convivente di fatto e i figli del dipendente deceduto.

Per la copertura legale, lo Stato ha previsto di stanziare 860mila euro all’anno.Gli agenti di pubblica sicurezza (carabinieri, poliziotti, finanzieri e agenti penitenziari) sono legittimati a possedere armi senza licenza quando non sono in servizio. Fra le altre figure che possono detenere armi senza alcuna licenza per la difesa personale vi sono il capo della polizia, i prefetti, i viceprefetti, gli ispettori provinciali amministrativi, gli ufficiali di pubblica sicurezza, i pretori e i magistrati addetti al pubblico ministero o all'ufficio di istruzione.

Revoca della cittadinanza e sim telefonica

Il decreto prevede la revoca della cittadinanza italiana in caso di condanna definitiva per i reati di terrorismo, eversione e altri gravi reati. La norma stabilisce che non si può procedere alla revoca nel caso in cui l’interessato non possieda un’altra cittadinanza. Inoltre, si estende da 3 a 10 anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna il termine per poter adottare il provvedimento di revoca.

Ddl sicurezza, ora l'Italia somiglia di più all'Ungheria

In tema di diritti, la norma dispone la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni per i negozianti che vendono schede sim senza procedere all'identificazione dei clienti. Rispetto al ddl, per il migrante che intende acquistare una sim telefonica, decade l’obbligo di presentare il permesso di soggiorno, ma è sostituito con l'obbligo di possedere un documento d’identità.

Cannabis legale fuorilegge

Nonostante le numerose proteste del settore (e non solo), il governo conferma di volere eliminare il commercio della canapa legale – con thc al di sotto dello 0,2 per cento – e mette al bando i cannabis shop attraverso il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti le infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii derivati. 

Ddl Sicurezza: per il governo il carcere è la panacea

Rispetto al ddl, il divieto non si applica alla produzione agricola di semi destinati agli usi consentiti dalla legge entro i limiti di contaminazione stabiliti dal decreto del Ministro della salute. Per i trasgressori si applicano le pesanti sanzioni previste dal Titolo VIII del dpr n. 309/1990 (che, ad esempio, punisce con la reclusione da 8 a 20 anni chi coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, sostanze stupefacenti o psicotrope). Secondo il governo “l’assunzione di prodotti da infiorescenza della canapa possa favorire, mediante alterazioni dello stato psicofisico, l’insorgere di comportamenti che possono porre a rischio la sicurezza o l'incolumità pubblica o la sicurezza stradale”.

Crediamo in un giornalismo di servizio di cittadine e cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Aiutaci a offrire un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
  • Condividi

La rivista

2025-numero 31

È tempo di muoversi

NUMERO SPECIALE: Libera compie trent'anni e guarda avanti: l'impegno per l'affermazione della libertà contro ogni forma di potere mafioso è più che mai attuale

È tempo di muoversi
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar

Ogni terza domenica del mese, CapoMondi, la rassegna stampa estera a cura di Libera Internazionale