
Ius scholae e cannabis, voto rinviato alla prossima settimana

30 gennaio 2020
Nel raccontare oggi la mafia trapanese dobbiamo partire dalla lezione che ci hanno lasciato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che con Cosa nostra trapanese avevano fatto bene i conti. I due magistrati segnavano una profonda differenza tra la mafia palermitana e quella trapanese: la prima, dicevano, era quella militare, la seconda quella economica. La prima è stata più facile da colpire, ma non è sconfitta; la seconda ancora primeggia nonostante arresti, condanne e decine di provvedimenti di confisca, che nel trapanese superano il volume di decine di milioni di euro. A Trapani, poi, la mafia economica resta nelle mani di un latitante che si chiama Matteo Messina Denaro, ha 57 anni e lo cercano da 26 anni. Un capo mafia che passa dalla mafia violenta, delle coppole e delle lupare, a quella elegante che porta valigette piene di denaro contante.
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A trent'anni dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio, lavialibera propone a lettrici e lettori un numero speciale: una riflessione a più voci sugli anni che ci separano dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un antidoto contro la retorica delle celebrazioni