Daniel Manrique e Carla Magan, fondatori di Color Energia, associazione che crea murales a San Cristobal, quartiere di Lima, per rivalorizzare la comunità (Foto Agencia Andina)
Daniel Manrique e Carla Magan, fondatori di Color Energia, associazione che crea murales a San Cristobal, quartiere di Lima, per rivalorizzare la comunità (Foto Agencia Andina)

Perù, il più grande murales del Sudamerica rianima un villaggio

A Lima, nel quartiere Leticia, l'associazione Color Energia realizza progetti di arte partecipata coinvolgendo gli abitanti e i turisti: "Ci auguriamo che il turismo porti anche altri effetti positivi, come la sicurezza, la pulizia e uno stimolo all'economia locale"

Giulia Poscetti

Giulia PoscettiReferente del settore internazionale di Libera - area America Latina

21 ottobre 2021

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Il Cerro di San Cristobal si affaccia dall’alto delle sue colline sul centro di Lima, la capitale del Perù. Qui si trova un quartiere da sempre stigmatizzato come insicuro e pericoloso: Leticia, il primo dei dodici “insediamenti umani” (asentamientos humanos, così chiamati) presenti sul Cerro che a partire dal 1933 si è popolato di immigrati provenienti dalle regioni interne del paese. Sempre qui opera un collettivo, Color Energia, fondato da Carla e Daniel che cercano di animare il villaggio e il territorio con progetti di arte sociale, capaci di coinvolgere la comunità, e attività di turismo responsabile.

Libera ha incontrato Color Energia nel 2018, in occasione della settima edizione di “Giramondi – I viaggi della memoria e dell’impegno”, iniziativa avviata dieci anni fa per fare visite sul campo e incontri con realtà sociali, comunità locali, istituzioni, reti di vittime, attiviste e attivisti. Tutta la proposta è volta a far scoprire il paese attraverso lo sguardo e l’impegno di chi ci vive, in particolare di chi si dedica per migliorare le condizioni delle popolazioni più vulnerabili, di chi fa memoria ed è impegnato sui propri territori per la pace e la giustizia, laddove siamo attivi attraverso Alas - America Latina Alternativa Social, la rete promossa in Centro e Sud America.

Nello specifico a San Cristobal il collettivo per il gruppo "Giramondi" ha organizzato una passeggiata con annessa realizzazione di un laboratorio artistico per decorare una scalinata, un’opera collettiva che ha portato i visitatori a sentirsi parte attiva nel lavoro di riqualifica del quartiere e non solo semplici osservatori delle difficoltà vissute in alcune zone della capitale peruviana.

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L'associazione ha anche progettato i murales per commemorare le vittime del covid nel quartiere, per tenerne viva la memoria attraverso l'arte ed esprimere vicinanza ai familiari

In questi luoghi, dove le strade sono strettissime e non asfaltate, non percorribili anche a causa della pendenza, i cargadores (caricatori) sono figure indispensabili per garantire i beni di prima necessità, a partire dall’acqua potabile. Chi vive su queste colline, senza possibilità di trasporti, può resistere solo grazie al loro lavoro. Ad aggravare le difficoltà degli abitanti è arrivata anche la pandemia, che ha colpito questa e molte altre aree povere del Paese sia in termini economici (molte persone del quartiere sono rimaste senza lavoro), sia in termini di perdite di vite. Si stima che un centinaio di vecinos (abitanti del quartiere) siano morti. Il campetto di calcio (la canchita) di Leticia è servito per la veglia funebre per tanti di loro. Anche in questa circostanza Color Energia si è attivata e Daniel si è dedicato a riprodurre sui muri i volti delle vittime del covid, volti noti e familiari, in quartieri in cui tutti si conoscono e la rete umana e di solidarietà è l’unica vera protezione sociale. Ha così fatto, attraverso l’arte, memoria di chi è venuto a mancare e dato conforto e vicinanza ai familiari delle vittime.

Non è pertanto un caso che con il collettivo peruviano sia rimasta una collaborazione significativa a distanza di anni, rafforzata dalla loro partecipazione all’ultima assemblea Alas in Guatemala, a dicembre 2019. Anche in questa occasione hanno coinvolto tutte le persone partecipanti in un’opera collettiva, espressione della nostra rete. Insomma, ci si è riconosciuti reciprocamente nel ripensare la conoscenza e l’arte come canali indispensabili per fare memoria, per chiedere giustizia e difendersi dai soprusi, per andare oltre i limiti imposti dai pregiudizi e dall’emarginazione. Ritornano in mente le parole di Peppino Impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà… è per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Ma Carla e Daniel non si sono fermati qui, in piena emergenza Covid hanno anche avviato un progetto “poderoso”, come si usa dire in America Latina, per la propria comunità. Hanno fatto sì che un quartiere complesso e malvisto come Leticia riempisse di colore e speranza Lima, una città avvolta nel grigio e provata non solo dalla crisi sanitaria ed economica, ma anche da un’instabilità politica preoccupante, che neanche l’insediamento del presidente Pedro Castillo, avvenuto dopo uno scontro elettorale feroce, ha placato. Il progetto in corso di Color Energia è ben raccontato dal giornalista Fernando Gimeno per l’agenzia di stampa spagnola Efe.

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Il Cerro di San Cristobal (Agencia Efe)
Il Cerro di San Cristobal (Agencia Efe)

La grigia Lima esplode di colori con un murales colossale

In mezzo al grigio onnipresente che avvolge Lima nel suo umido inverno, un'esplosione di colori allegri si estende oggi sulla mistica collina di San Cristobal, il cui quartiere è ora un'enorme, gigantesca tela di 320mila metri quadrati, il più grande murales urbano dell'America Latina. Sfumature di rosa, giallo, arancione, blu e verde si diffondono in linee diagonali da un punto all'altro, tra le migliaia di case raggruppate sulla collina che domina dall’altro il centro storico di Lima, creando così un gigantesco e colorato telaio andino, visibile in tutta la sua grandezza solo da lontano.

"È un grande mantello che riporta l'iconica chacana (croce andina pre-ispanica), un simbolo della nostra storia e della nostra cultura ancestrale, che è stato non considerato per troppo tempo", ha spiegato a Efe l'artista Daniel Manrique, del collettivo Color Energía, che insieme a Carla Magán ha ideato questa titanica opera d'arte. La chacana gigante vuole anche rappresentare una sorta di contraltare alla grande croce cristiana posizionata in cima alla collina di San Cristóbal, lo stesso che per le civiltà preispaniche è stata l’"apu" (la “divinità delle montagne” in lingua quechua) più sacro e venerato nel centro della valle di Lima.

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Sogno multicolore

Per Manrique, già conosciuto nella zona per aver immortalato in murales gli abitanti del quartiere morti di covid-19, questo macro-murales "è un sogno che si realizza", tanto da riuscire a coinvolgere il resto degli abitanti a trasformare attraverso l'arte una zona segnata dalla delinquenza e dal traffico di droga. Tutto è cominciato circa tre anni fa, dipingendo con i colori dell'arcobaleno le scale strette e ripide che corrono tra le case, per rendere più piacevoli i percorsi turistici che loro stessi organizzavano verso l'"apu Asharu", il nome nativo usato dagli abitanti per indicare la collina.

Sebbene ci fossero già ottime premesse, il sogno di vedere l'intero quartiere brillare di colori e di energia ha cominciato a prendere forma e diventare realtà solo quando l'azienda di vernici Chroma si è impegnata a fornire le vernici e tutte le attrezzature, oltre che il budget necessario. L'immensa impresa è ora nelle mani di una squadra di trenta persone, tutte del quartiere, coordinate da Manrique e Magán, con l’obiettivo di colorare quasi 1.200 case in cui vivono circa 10mila persone. Per dimensioni è molto più grande di altri macromurales, come quello del quartiere di Chualluma a La Paz (Bolivia), con 150 case dipinte, o quello di Las Palmitas, a Pachuca (Messico), con 209 case coinvolte nel progetto.

Arte trasformativa

"Questa esplosione di colori è importante. Porterà gli abitanti di Lima a rilassarsi, perché la vista non è più grigia, ma molto più bella"Daniel Manrique - Fondatore Color Energia

All'interno di Leticia, il quartiere più grande sul Cerro di San Cristóbal, l'attività è incessante, gente che dipinge su e giù, alcuni sulle impalcature e altri letteralmente appesi con una corda a diversi metri da terra, questo perché diversi abitanti della zona sono ancora riluttanti a far entrare le persone nelle loro case per dipingere. "È una sfida quotidiana e ci piace, ma va garantita la sicurezza", dice Manrique, molto determinato nel riuscire a convincere le poche case che resistono a far dipingere le loro facciate.

Nella squadra di pittori, molte sono le persone disoccupate o anche ex detenuti, l’idea è quella di dare anche un'opportunità per imparare un mestiere. "Finora era un lavoro che ai loro occhi non esisteva, ma lo stanno imparando attraverso la realizzazione di un’opera artistica. Probabilmente non resteranno nel mondo dell’arte, ma intanto hanno imparato un mestiere, che può essere utile anche in altri ambiti”, dice Manrique.

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Il colossale murales romboidale è già parzialmente visibile dalla Carretera Panamericana che scende lungo la collina e soprattutto dalla città vecchia di Lima, situata sull'altro lato del fiume Rimac. "Questa esplosione di colori è importante. Porterà gli abitanti di Lima a rilassarsi, perché la vista non è più grigia, ma molto più bella. (...) Penso che i peruviani debbano capire che siamo sostanzialmente colore ed energia, e pur essendo importante averlo a mente, spesso, presi da altro, si dimentica l’essenza", sottolinea Manrique.

Richiamo turistico

"Ci auguriamo che il turismo porti anche altri effetti positivi, come la sicurezza, la pulizia e uno stimolo all’economia locale"Carla Magan - Fondatrice Color Energia

Quest'opera d'arte vuole essere anche un richiamo per i migliaia di turisti che visitano Lima, per far si che abbiano il coraggio di attraversare il fiume Rimac e conoscere quel lato della capitale peruviana non raccontato nelle guide turistiche, sebbene sia a cinque minuti a piedi dal Palazzo del Governo. "Ci sono già quartieri dai tanti colori, ma non con un disegno così d’impatto da stimolare la gente a visitarli per vedere le opere più da vicino."Ci sono già quartieri dai tanti colori, ma non con un disegno così d’impatto da stimolare la gente a visitarli per vedere le opere più da vicino. Ci auguriamo che il turismo porti anche altri effetti positivi, come la sicurezza, la pulizia ed uno stimolo all’economia locale", ha detto Carla Magán a Efe. "Puntiamo ad un turismo che cerchi una vera esperienza con la gente del posto e che voglia conoscere un quartiere storicamente emarginato. Dobbiamo rompere con questi stigmi e dare alla popolazione l’opportunità di migliorare non solo gli spazi pubblici ma anche le condizioni economiche familiari", aggiunge.

Pertanto, per Magán, "questo progetto dovrebbe essere da esempio per le autorità locali e regionali e stimolarle a sostenerci, poiché riceveranno nella capitale un’opera artistica che andrà mantenuta, oltre alla necessità di replicarla in altri contesti". Il gigantesco murales dovrebbe essere completato tra circa tre mesi, giusto in tempo per l'arrivo della primavera, quando il grigiore di Lima scomparirà e i raggi del sole lo faranno brillare in tutto il suo splendore.


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Articolo di El Peruano
Articolo di Rpp Noticias
Articolo di El Comercio
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