Foto: Maurizio Lambri/fb
Foto: Maurizio Lambri/fb

Salario minimo, Rdc e autonomia: 700 realtà fanno il punto con la politica sull'Agenda sociale

A pochi giorni dal 25 aprile, una rete di 700 realtà chiede conto delle decisioni sottoscritte da alcuni politici all'interno dell'Agenda sociale. Una richiesta di cambio di passo contro le ultime riforme varate dal governo Meloni. L'assemblea sabato 22 a Roma, presenti anche Giuseppe Conte, Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Luigi De Magistris

Giuseppe De Marzo

Giuseppe De MarzoCoordinatore della Rete dei Numeri Pari

18 aprile 2023

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Anche questo Governo come tutti i suoi predecessori negli ultimi anni, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, si è adeguato a portare avanti le stesse politiche economiche liberiste che hanno prodotto la crisi. Ha cancellato il Reddito di cittadinanza, abolito il Fondo morosità incolpevole per le famiglie in difficoltà abitativa, tagliato i trasferimenti ai Comuni, minaccia la secessione dei ricchi e la fine dell’unità della Repubblica con l'autonomia differenziata (quella richiesta tempo fa anche da Bonaccini per l’Emilia Romagna), introduce regole sugli appalti che agevolano sprechi e illegalità finendo così per favorire mafie e corruzione, utilizza i soldi del PNRR per sostenere un modello produttivo ed energetico vecchio ed inquinante che non crea posti di lavoro stabili, peggiorando la nostra salute e la qualità del clima. Un Governo che con il decreto Cutro ed il lavoro di cancellazione della memoria collettiva della Resistenza antifascista da cui è nata la Repubblica punta ad abolire lo Stato sociale e la democrazia parlamentare, sostituendola con una più congeniale repubblica presidenziale di stampo nazionalista. Una rete di 700 realtà sociali presenti su tutto il territorio nazionale si darà appuntamento sabato 22 aprile per chiedere conto delle scelte politiche in atto. 

Uno sguardo attento sulla realtà

La necessità di muoversi e di confronto sono ancora più urgenti considerando il quadro internazionale. L'impatto della guerra in Ucraina, con le sue conseguenze sul costo della vita ed il rischio di una guerra termonucleare, e l'assenza di un'opposizione unitaria in grado di costruire alternative concrete per la Pace, stanno determinando un ulteriore aumento delle disuguaglianze e dell'insicurezza sociale.

L’antidoto allo sconforto è un’azione collettiva e la costruzione di alleanze sui territori intorno a proposte concrete e facilmente comprensibili dai cittadini e dalle cittadine, a partire da chi è rimasto indietro ed è impoverito da 15 anni di crisi ininterrotta. Senza partecipazione, senza una controffensiva culturale e politica, in questo contesto e con questo governo, a rischio è la Repubblica.

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Essere cittadini, contro astensionismo e disinteresse

In questa prospettiva il dato elettorale deve far riflettere tutti. L'astensione non è mai stata così alta nella storia della Repubblica. Il voto alle elezioni regionali di Lazio e Lombardia è stato il meno partecipato di sempre ma questo non sembra affatto preoccupare chi governa e la maggioranza che lo sostiene. Anzi, meno gente vota e più forte è la presa sul Paese per le destre. Meno speranze e più paure per avere controllo, imporre sacrifici, ridurre i diritti e gli spazi di democrazia e partecipazione mentre si tagliano i servizi sociali e aumenta la spesa per le armi. 

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Uno scenario che va combattuto attraverso la partecipazione dei cittadini e delle cittadine, con proposte condivise e alleanze ampie sui territori, per affrontare una situazione nuova, senza precedenti nella storia non solo della Repubblica, immersi in una crisi politica e morale che rischia di travolgere la democrazia

La pandemia e la guerra hanno da una parte costruito maggiore consapevolezza nella popolazione sulla necessità di un cambio di paradigma ma diventa impotenza e frustrazione quando mancano le risposte della politica. Per questo ai rappresentanti delle forze politiche che si sono impegnate sulle proposte della Rete dei Numeri Pari si chiedono concretezza, coerenza, disponibilità a costruire iniziative sugli obiettivi comuni.

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Una nuova assemblea per parlare di cittadinanza attiva

Dalla scorsa estate la Rete in risposta all’agenda Draghi ha organizzato assemblee, incontri, mobilitazioni e gruppi di lavoro con le realtà sociali e sindacali per avanzare soluzioni utili non solo per i soggetti impegnati contro disuguaglianze e mafie. Un percorso di deliberazione orizzontale che ha portato alle proposte contenute nell’Agenda Sociale: salario minimo legale, reddito di cittadinanza, diritto all'abitare, diritto all’accoglienza, No all'autonomia differenziata, riconversione ecologica per creare lavoro e rispondere alla crisi climatica, lotta alle mafie ed alla corruzione. Una piattaforma intersezionale con una leadership collettiva, plurale e femminile ha costruito e orientato le priorità ed il percorso della Rete dei Numeri Pari.

A questo proposito, sabato 22 aprile la Rete dei Numeri Pari promuove a Roma un’assemblea nazionale per confrontarsi pubblicamente con i rappresentanti delle forze politiche sulle proposte dell’Agenda Sociale sottoscritta da più di 700 realtà sociali

Cooperazione contro precarietà e disuguaglianze

L’assemblea del 22 si svolgerà dalle 15 alle 18 presso la Casa Internazionale delle Donne. La scelta della Casa è un segnale molto importante. Continuare a costruire iniziative e percorsi comuni con il movimento femminista è indispensabile non solo per i soggetti sociali impegnati contro disuguaglianze e mafie ma per depatriarcalizzare la cultura del nostro paese. All'assemblea interverranno rappresentanti delle realtà sociali e delle forze politiche che hanno sottoscritto l'Agenda Sociale: M5S, PD, SI e UP. Presenti all'incontro anche Giuseppe Conte, Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Luigi De Magistris.

Un confronto organizzato non solo per chiedere conto di quanto fatto sino ad ora in Parlamento da chi ha sottoscritto l’Agenda Sociale, ma per costruire azione politica e mobilitazioni condivise sui punti dell’Agenda Sociale. Un confronto che avviene a pochi giorni dal 25 aprile e dall'approvazione del Documento Economico e Finanziario per tornare ad alzare la voce e camminare insieme per riconquistare diritti e difendere la democrazia. Abbiamo bisogno di una nuova Liberazione. Non per noi ma per tutte e tutti.

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