24 ottobre 2024
Alla fine, gli immobili confiscati alle mafie potrebbero essere utili per la creazione di alloggi destinati agli studenti universitari, una via che lavialibera aveva indicato un anno fa, seguendo i tentativi dell’ente siciliano del diritto allo studio. Lunedì sera il consiglio dei ministri ha approvato “misure per l’accelerazione degli interventi strategici in materia di alloggi e residenze universitarie” e tra queste misure ci sono anche procedure semplificate per poter destinare i beni sequestrati alla criminalità organizzata alla realizzazione di alloggi per studenti universitari.
La proposta, secondo quanto pubblicato dall’Ansa, mira ad ampliare la portata dell’intervento dell’Agenzia del demanio, con cui il 30 novembre 2023 il Mur aveva sottoscritto un’intesa per ricercare edifici del patrimonio pubblico idonei a ospitare residenze per gli studenti fuori sede, per favorire accordi con le università e gli enti territoriali e per avviare la progettazione sugli immobili pubblici selezionati. Si trattava, allora, di dare una nuova funzione a circa trenta edifici, soprattutto ex caserme e qualche ex ospedale. C’è ad esempio una parte della ex caserma IV Novembre di Monza, un’area di 24.600 mq, “non più utile ai fini istituzionali”, in cui verranno realizzate due palazzine con 500 posti letto, mense, sale studio e altro.
Secondo una ricognizione effettuata un anno fa da lavialibera sugli opendata dell’Agenzia nazionaledei beni sequestrati e confiscati (Anbsc), in molte città che ospitano atenei lo Stato aveva recuperato e non ancora riutilizzato un enorme numero di appartamenti, ma anche palazzi, ville e abitazioni indipendenti, moltissimi alberghi e qualche collegio, immobili potenzialmente utili a creare studentati. “Utilizzare immobili confiscati può essere una delle soluzioni da mettere in campo per questo problema”, dichiarava Tatiana Giannone, responsabile nazionale del settore Beni confiscati per Libera.
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L'opportunità di reperire strutture idonee nel patrimonio dei beni confiscati, sottolineata anche dal Consiglio nazionale degli studenti universitari in una lettera al ministero il 23 settembre 2023, non era stata presa finora in seria considerazione.
Finora, la creazione di studentati grazie ai fondi del Pnrr si è rivelata un'operazione complessa e spesso a vantaggio di poche società private attive nel settore, come raccontavamo nel numero 27 de lavialibera.
Il 10 ottobre scorso, nel corso di un question time alla commissione Cultura della Camera dei deputati, la ministra Anna Maria Bernini dava un quadro poco confortante. “Dopo solo sette mesi dalla pubblicazione dell'avviso siamo a questo punto: 10mila nuovi posti letto ammissibili al finanziamento a fronte di oltre 130 domande pervenute per quasi 23mila posti”, illustrava. Più della metà delle domande, quindi, non rispettava i criteri richiesti e così, a un anno e mezzo dalla scadenza, devono ancora essere reperiti 50mila posti letto.
Studentopoly. Il grande gioco del Pnrr e degli alloggi universitari
“Spiace dover constatare che la risposta da parte del settore pubblico – atenei, regioni, comuni – è stata veramente debole, poco più dell'1 per cento, quindi quasi inesistente”Anna Maria Bernini - Ministra dell'Università e della Ricerca
I posti reperiti finora sono quasi tutti privati, la cui partecipazione “è stata di importanza cruciale” perché senza di loro “oggi non avremmo questi numeri”, ha sottolineato Bernini evidenziando l’assenza delle istituzioni pubbliche "come università, comuni, regioni”: “Spiace dover constatare che la risposta da parte del settore pubblico – atenei, regioni, comuni – è stata veramente debole, poco più dell'1 per cento, quindi quasi inesistente”.
Per questo il ministero “insieme al commissario straordinario, Emanuela Manenti, e a tutta la struttura di missione, ha girato per tre mesi in tutta Italia per sensibilizzare soggetti, soprattutto pubblici, ma anche privati, sul tema, per rendere noto il bando – che alcuni non conoscevano –, per spiegare i vantaggi economici, sociali e di rigenerazione urbana che lo studentato porta con sé”.
Quindi la ministra Bernini ha rivolto un appello “a tutti loro affinché partecipino al bando e ci aiutino a raggiungere il target di 60mila posti letto entro il 2026”: “I nostri ragazzi, capaci e meritevoli, hanno bisogno di alloggi, di case, non di alberghi a cinque stelle, perché quella casa costituirà la base per poter vivere serenamente la loro esperienza universitaria”.
Nel frattempo Libera sta lavorando insieme ad altre organizzazioni a un progetto per il riutilizzo dei beni in ambito studentesco e universitario.
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