Cortina d'Ampezzo, 2 aprile 2019. L'ex olimpionico Armin Zöggeler nell'area dove sorgerà il villaggio olimpico, in località Fiames. A. Solero/Ansa
Cortina d'Ampezzo, 2 aprile 2019. L'ex olimpionico Armin Zöggeler nell'area dove sorgerà il villaggio olimpico, in località Fiames. A. Solero/Ansa

Giochi Cortina 2026, dietrofront sul villaggio olimpico, non sarà più demolito

Il consiglio comunale di Cortina D'Ampezzo ha deciso che i container prefabbricati del villaggio olimpico, da smantellare a fine evento, rimarranno in piedi almeno per altri due anni in un'area a rischio idrogeologico. Così la politica cambia le regole del gioco

Marina Menardi

Marina MenardiGiornalista

2 dicembre 2024

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In Italia niente è più definitivo del temporaneo. Basta vedere cosa sta accadendo con il villaggio olimpico progettato per i Giochi del 2026 a Cortina d’Ampezzo, un’opera che doveva essere smantellata al termine dell’evento e che invece rimarrà in piedi per almeno altri due anni. Il 29 novembre scorso il consiglio comunale ha approvato uno schema di convenzione con la società Simico (Società infrastrutture Milano Cortina) e la Fondazione Mico per l’uso temporaneo dell’area di Fiames, dove appunto sorgerà il villaggio olimpico.

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Giochi olimpici 2026: nessuna demolizione

Il villaggio olimpico sarà realizzato nell’area dell’ex aeroporto di proprietà del Comune, una superficie di circa 98mila metri quadrati. Nel dossier di candidatura il progetto – che gode di un finanziamento di oltre 39 milioni di euro – prevede l’allestimento di una serie di container marini convertiti e moduli abitativi prefabbricati, capaci di accogliere fino a 1.400 ospiti. Secondo gli accordi iniziali, i moduli andrebbero noleggiati e smontati alla fine dell’evento, ma la convenzione votata dal consiglio comunale cambia le carte in tavola, inserendo l'opzione per Simico di mantenere l’infrastruttura anche per l’anno successivo ai Giochi, con la possibilità di prorogare per ulteriori 12 mesi.

Il villaggio olimpico prevede l’allestimento di container marini convertiti e moduli abitativi prefabbricati, capaci di accogliere fino a 1.400 ospiti

Una forzatura rispetto a quanto previsto dal dossier olimpico, che specifica la natura temporanea del villaggio, ma anche rispetto allo stesso iter autorizzativo intrapreso dalla Simico, che in una nota stampa dell’11 giugno 2024, a conclusione della Conferenza dei Servizi decisoria sul villaggio, aveva spiegato: “Il concetto di sostenibilità è alla base delle strategie progettuali, che sono volte a minimizzare l’impatto dell’intervento, con il recupero delle strutture, la riciclabilità dei materiali, l’efficienza energetica e l’impiego di fonti di energia rinnovabile. La realizzazione si articolerà in tre fasi: costruzione dell'infrastruttura, allestimento per i Giochi e successiva dismissione e disassemblaggio al termine dell’evento sportivo”.

Giochi olimpici 2026: i fatti smentiscono Zaia

La dismissione del sito era stata confermata a fine ottobre anche dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ai microfoni di Radio Cortina aveva precisato: “Verrà costruito e smaltito, ovvero smontato”, aggiungendo poi: “All’inizio abbiamo tentato di fare un’operazione per mantenere almeno una parte del villaggio olimpico fisso per i lavoratori. Poi c’è stata una posizione contraria a questa possibilità. E quindi ora si va al noleggio dei container: verrà realizzato un bel villaggio, poi verrà smantellato anche per evitare che la legacy sia una discarica di container”.

La dismissione del sito era stata confermata anche dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia "per evitare che diventi discarica di container"

Zaia era intervenuto dopo le parole del presidente dell’Associazione albergatori di Cortina Stefano Pirro, che aveva chiesto di utilizzare il villaggio come foresteria per i lavoratori: “La riconversione risolverebbe almeno in parte una criticità endemica per il nostro settore e giustificherebbe anche la spesa per il villaggio stesso. È una soluzione di cui beneficerebbe l’intera comunità ampezzana e l’industria turistica delle Dolomiti, soprattutto in vista dei grandi eventi futuri. Saremmo quindi molto felici se la prospettiva si realizzasse”.

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La convenzione votata dal Comune sembra accontentare gli albergatori di Cortina, anche se sulla destinazione finale dei container al momento non c’è alcuna certezza.

Giochi olimpici 2026: contro la proroga

"Simico può operare fino al 31 dicembre 2026, dopo questa data non è legittimata ad assumere nuovi obblighi contrattuali". dice la consigliera di minoranza Roberta de Zanna

La consigliera di minoranza di Cortina Bene Comune, Roberta de Zanna, ha duramente contestato la scelta del consiglio comunale di non demolire il villaggio alla fine dei Giochi: “Si è sempre detto che sarebbe stato smantellato, mentre oggi si dà la possibilità a Simico di tenerlo per un anno, e poi un altro anno ancora. Bugie e ancora bugie, quale sarebbe poi l’interesse di rilevanza pubblica per il Comune di mantenere il villaggio? Abbiamo abbandonato il concetto di temporaneità?”.

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La consigliera si è quindi soffermata su alcune incongruenze che renderebbero la convenzione inattuabile: “Simico può operare fino al 31 dicembre 2026, quindi dopo questa data non è legittimata ad assumere nuovi obblighi contrattuali. Chi sosterrà le spese per rimuovere le casette dopo i Giochi?”. Domande che al momento non hanno una risposta.

Giochi olimpici 2026: il rischio idrogeologico

Dietro la scelta di smantellare il villaggio olimpico c’è una ragione precisa: la piana dell’aviosuperficie di Fiames, adiacente al torrente Boite, presenta un elevato rischio idrogeologico e quindi non è un luogo che a lungo termine può essere considerato sicuro. Proprio per questo era stata avanzata la proposta di realizzare il sito negli spazi dell’ex villaggio Eni di Borca di Cadore, che dista circa 15 km da Cortina.

L'area dove sorgerà il villaggio olimpico presenta un elevato rischio idrogeologico e a lungo termine non può essere considerata sicura

Un’area sufficientemente ampia per ospitare le strutture e già dotata di servizi essenziali. Inoltre, una volta sistemata, a fine evento sarebbe stata riconvertita in un centro da riutilizzare dopo le Olimpiadi, valorizzando a lungo termine l'area. La proposta aveva come sponsor principale il sindaco di Borca di Cadore Bortolo Sala, ed è stata condivisa anche del presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, secondo cui il sito, una volta terminati i Giochi, avrebbe potuto ospitare i lavoratori stagionali ed essere riconvertito in campus universitario”.

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Una soluzione sostenibile e meno costosa, ben accolta dai sindacati e da Confindustria Belluno, che però non era stata presa in considerazione dal commissario straordinario di governo Luigivalerio Sant'Andrea (poi sollevato dall'incarico), che aveva giudicato il sito “troppo distante da Cortina”.

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