Rivoli (To), 22 novembre 2008. Vigili del fuoco ispezionano l'aula del liceo scientifico Darwin dopo il crollo del controsoffitto. T. Di Marco/Ansa
Rivoli (To), 22 novembre 2008. Vigili del fuoco ispezionano l'aula del liceo scientifico Darwin dopo il crollo del controsoffitto. T. Di Marco/Ansa

Scuole a pezzi, il governo non sente ragioni

La politica ignora le richieste delle associazioni che si battono per la sicurezza negli istituti. Intanto, da settembre 2023 ci sono già stati 69 crolli, record negli ultimi sette anni

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

2 gennaio 2025

"Con fondi Pnrr e fondi ministeriali stiamo ristrutturando e mettendo in sicurezza quasi il 20 per cento del patrimonio scolastico italiano. Una scuola sicura è una scuola che guarda al futuro". Sono le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara lo scorso 22 novembre, in occasione della Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, istituita nel 2015 dal governo presieduto da Matteo Renzi per tenere viva la memoria delle vittime degli incidenti avvenuti negli istituti italiani. La sicurezza– ha aggiunto il ministro – è una priorità assoluta e richiede un’azione corale. Investire in strutture adeguate, sensibilizzare sull’importanza della prevenzione e promuovere una cultura della responsabilità sono passi fondamentali".

Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, il governo se n'è dimenticato

Dichiarazioni di circostanza

Le parole di Valditara, seppur sacrosante, sono dichiarazioni di circostanza a cui la politica, di qualsiasi colore, ci ha ormai abituato in occasioni simili. Analizzando meglio il messaggio vale la pena soffermarsi su quel numero, “il 20 per cento”, che il lettore potrebbe interpretare così: il governo sta mettendo in sicurezza una scuola su cinque. Non male se non fosse che questi dati andrebbero argomentati e spiegati nel dettaglio per non tradursi in mera propaganda. Non è chiaro, ad esempio, se le scuole a cui fa riferimento Valditara saranno ristrutturate di sana pianta o parzialmente. Gli istituti italiani di ogni grado, come è noto, presentano più criticità e anche utilizzando i fondi europei non si riuscirà a fare tutto. E così, se in una scuola si mette in sicurezza il controsoffitto, non è automatico che vengano sistemati anche i serramenti. Di conseguenza, il 20 per cento sbandierato da Valditara è solo un numero dato in pasto ai giornali, buono per farci i titoli.

Una scuola all'altezza della Costituzione

False promesse

San Giuliano di Puglia (Cb), 31 ottobre 2002. I soccorritori rimuovono le macerie della scuola di San Giuliano di Puglia. F. Cautillo/Ansa
San Giuliano di Puglia (Cb), 31 ottobre 2002. I soccorritori rimuovono le macerie della scuola di San Giuliano di Puglia. F. Cautillo/Ansa

Da quando si è insediato, il governo guidato da Giorgia Meloni sembra quasi snobbare la Giornata del 22 novembre, limitandosi a qualche messaggio e poco più.
La scelta del giorno non è casuale: il 22 novembre del 2008 al liceo Darwin di Rivoli, in provincia di Torino, perse la vita il 17enne Vito Scafidi, ucciso dalla caduta del controsoffitto crollato sotto il peso di un vecchio tubo in ghisa non più funzionante e mai rimosso. Quel giorno rimasero feriti altri studenti fra cui Andrea Macrì, che riportò una paraplegia incompleta da trauma vertebrale. Il crollo al Darwin scosse l’opinione pubblica, già provata dalla tragedia avvenuta sei anni prima alla scuola elementare Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia, in Molise, che la mattina del 31 ottobre 2002 si sbriciolò dopo una scossa di terremoto. Come sarà dimostrato anche durante il processo, a causare il crollo non fu il sisma ma i lavori strutturali eseguiti senza il rispetto delle norme sulla sicurezza. La scuola fu l’unico edificiodella zona a cedere: morirono 28 bambini e una maestra. Prima dello stringato comunicato diffuso il 22 novembre, il ministero dell’Istruzione non aveva diramato alcuna circolare né fornito indicazioni sullo svolgimento della Giornata per la sicurezza nelle scuole, un comportamento che stride con "l’azione corale" auspicata da Valditara. Il silenzio del governo ha spinto l’opposizione, lo scorso 26 settembre, a presentare un’interrogazione in Senato, con prima firmataria Enza Rando (Pd), in cui si chiedeva di motivare la scelta di non dare risalto alla Giornata. "Una colpevole dimenticanza e una mancanza di rispetto per le vittime, il cui sacrificio dovrebbe essere al centro di questa giornata, e per le loro famiglie". La minoranza ha poi chiesto di riunire con urgenza l’Osservatorio per l’edilizia scolastica, sulla cui storia vale la pena soffermarsi un attimo. L’Osservatorio è previsto dall’articolo 6 della legge 23/1996 – Norme per l’edilizia scolastica – ed è composto dai rappresentanti degli organismi nazionali, regionali e locali competenti in materia di edilizia scolastica, nonché da una rappresentanza del ministero per i Beni culturali e ambientali (oggi ministero della Cultura). Ha compiti "di promozione, di indirizzo e di coordinamento delle attività di studio, ricerca e normazione tecnica espletate dalle regioni e dagli enti locali territoriali nel campo delle strutture edilizie per la scuola e del loro assetto urbanistico, nonché di supporto dei soggetti programmatori e attuatori degli interventi previsti dalla presente legge". Dopo un breve periodo di attività, per circa vent’anni l’Osservatorio è sparito dai radar, quindi è stato riesumato dal governo Renzi che, nell’ambito della riforma scolastica del 2015, ha attribuito all’organismo "anche compiti di indirizzo, di programmazione degli interventi in materia di edilizia scolastica, nonché di diffusione della cultura della sicurezza".

Dal ‘96 esiste un Osservatorio per l’edilizia scolastica, ma l’ultima riunione risale a più di due anni fa

Osservatorio non pervenuto

La risposta del governo all’interrogazione è stata affidata alla sottosegretaria per l’Istruzione e il Merito Paola Frassinetti: "(...) Il ministero si sta attivando per il rinnovo dell’accordo di collaborazione con Cittadinanzattiva (organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, ndr)". A proposito dell’Osservatorio, Frassinetti ha spiegato "che il ministero si sta impegnando per convocare la prossima riunione proprio in occasione della Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole". Nel momento in cui scriviamo, nessun incontro è stato ancora programmato. La risposta della maggioranza non ha soddisfatto la senatrice Simona Malpezzi (Pd-Idp), secondo cui "da quando è in carica questo governo, la Giornata nazionale per la sicurezza scolastica non è più stata celebrata nella modalità che la legge n. 107 del 2015 prevedeva". Malpezzi ha poi aggiunto che l’Osservatorio non è mai stato convocatodal nuovo governo. "Inoltre, senza aggiornare l’anagrafe secondo i criteri necessari, ci ritroviamo a non sapere quali sono gli interventi che devono essere fatti. Non si vuol attuare una misura perché fatta dai governi precedentie quindi si creano problemi nella continuità, anche programmatica, che serve ai nostri enti locali, dalle Regioni ai Comuni, che lasciati soli si trovano di fronte a situazioni che capitano e non sanno perché".
Già un anno fa Cittadinanzattiva aveva rivolto un appello a Valditara chiedendo di convocare con urgenza l’Osservatorio, "affinché eserciti pienamente le sue funzioni istituzionali in materia di indirizzo e coordinamento nell’edilizia scolastica, sia in relazione al Pnrr che nella programmazione triennale ordinaria degli interventi oltre che nella diffusione della cultura della sicurezza". L’organizzazione aveva anche espresso preoccupazione per la mancanza di risorse aggiuntive per l’edilizia scolastica, "con particolare riguardo alle indagini diagnostiche di soffitti e solai con i relativi interventi". "Abbiamo chiesto più volte di chiarire i dati e soprattutto un incontro con il ministro, ma gli inviti sono stati sempre declinati – spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva –. Comunicare percentuali generiche è fuorviante se questi numeri non sono accompagnati da documenti che li spiegano. Non si capisce, ad esempio, che tipo di lavori rientrino nel conteggio, soltanto quelli strutturali o anche altri interventi?".

Pnrr per l'istruzione: la tecnologia non basta

I dati ci sono, ma non si vedono

Bizzarri contesta anche il comportamento del ministero in occasione del 22 novembre: "Hanno diffuso una circolare il giorno stesso, quando invece la comunicazione andava fatta con largo anticipo, così da permettere agli istituti di organizzare l’evento. Un comportamento poco astuto, che dimostra come questo governo ascolti tutti ma poi faccia di testa propria, senza confrontarsi con la società civile. Sul tema sicurezza abbiamo fatto cartello con altre associazioni, ma continuiamo a sbattere contro un muro di gomma". Altra questione spinosa riguarda l’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, strumento a disposizione del ministero dell’Istruzione volto ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico. Gli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti a uso scolastico hanno la possibilità di caricare i dati, ma spetta al governo renderli pubblici. "Ci risulta che le informazioni siano state comunicate dagli enti, ma l’Anagrafe non è stata ancora aggiornata. Serve anche rendere noti i risultati della mappatura satellitare degli edifici scolastici avviata durante il governo presieduto da Giuseppe Conte dal ministro Marco Bussetti, di cui purtroppo si è persa traccia", denuncia Bizzarri, che a proposito dei fondi Pnrr osserva: "Certamente aiuteranno a sistemare alcune situazioni, ma non bastano. L’Italia sconta un ritardo di vent’anni, le nostre scuole sono vecchie, poco sicure e necessitano di molta manutenzione. Basti pensare che sempre in ambito Pnrr, soltanto per le palestre sono stati autorizzati 431 interventi a fronte di oltre 3mila richieste. Per tutti questi motivi è necessario già adesso programmare gli interventi futuri, ma il governo continua a ignorarci e senza dialogo diventa tutto più difficile".

Gli istituti in pericolo sono in tutto il Paese: solai, soffitti e controsoffitti le parti che necessitano di maggiore manutenzione

Studenti a rischio

Nel XXII Rapporto sulla sicurezza delle scuole realizzato da Cittadinanzattiva e presentato lo scorso settembre a Roma, si evince che da settembre 2023 nelle scuole italiane sono stati registrati 69 crolli (in larga parte si tratta di solai, soffitti e controsoffitti), un numero mai raggiunto negli ultimi sette anni. Di questi episodi, 28 sono avvenuti al Sud e nelle Isole, altrettanti al Nord e 13 nelle regioni del Centro. In larga parte gli episodi si sono verificati di notte, nei weekend o durante le festività, ma hanno comunque causato il ferimento di nove studenti e studentesse, tre docenti, due collaboratori scolastici, un’educatrice e quattro operai. Dallo studio emerge che "le cause sono in gran parte da ravvisare nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire". Altrettanto preoccupante è il numero degli edifici scolastici che non possiede il certificato di agibilità (59,16 per cento), né quello di prevenzione incendi (57,68 per cento) o collaudo statico (41,50 per cento). Inoltre, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 risultano essere ubicati in zone a elevato rischio sismico e 14.467 in zone dove forti terremoti sono possibili, ma solo l’11,4 per cento è stato progettato secondo la normativa antisismica.

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