2 gennaio 2025
Villaggio usa e getta. Anzi no, forse. Lo scorso 29 novembre, il consiglio comunale di Cortina d’Ampezzo ha improvvisamente introdotto la possibilità di tenere in piedi per ulteriori due anni il Villaggio olimpico per i Giochi del 2026, un’opera della quale fino a poco tempo fa si rassicurava che sarebbe stata smantellata subito dopo l’evento. Questa scelta, non motivata chiaramente, smentisce quanto sin qui sostenuto sia dalla Società infrastrutture Milano Cortina 2020 - 2026 S.p.A (Simico), sia dal presidente della Regione Luca Zaia, e sembra andare nella direzione auspicata dagli albergatori locali.
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È stato un blitz. Nello schema di convenzione approvato dal consiglio comunale con la Simico e la Fondazione Milano Cortina (Mico), per l’uso dell’area di Fiames per allestire il Villaggio olimpico è stata inserita a sorpresa l’opportunità per Simico di mantenere l’infrastruttura fino a un anno dopo l’evento olimpico, con la possibilità di prorogarla di un anno ulteriore. Un primo passo per far sì che le strutture abitative rimangano in piedi anche dopo i Giochi, invece che essere smantellate.
I beni e i terreni di proprietà del Comune di Cortina d’Ampezzo si trovano nell’area dell’ex aeroporto, per una superficie di 97.758 metri quadrati. Secondo quanto previsto dal dossier di candidatura l’opera, che gode di un finanziamento di 39.084.700 euro, consiste nell’allestimento di container marini convertiti e moduli abitativi prefabbricati, pronti ad accogliere fino a 1400 ospiti. Quindi casette provvisorie da eliminare alla fine dell’evento sportivo, anche in considerazione del grado di pericolosità idrogeologica del luogo, che è adiacente al torrente Boite.
La scelta di fine novembre cambia però le carte in tavola, realizzando una forzatura contro il dossier olimpico e contro l’iter autorizzativo intrapreso dalla Società Infrastrutture Milano Cortina 2026. La stessa Simico, in una nota stampa dell’11 giugno 2024, a conclusione della conferenza dei servizi sul villaggio sottolineava: "Il concetto di sostenibilità è alla base delle strategie progettuali, che sono volte a minimizzare l’impatto dell’intervento, con il recupero delle strutture, la riciclabilità dei materiali, l’efficienza energetica e l’impiego di fonti di energia rinnovabile. La realizzazione si articolerà in tre fasi: costruzione dell’infrastruttura, allestimento per i Giochi e successiva dismissione e disassemblaggio al termine dell’evento sportivo". Il tutto coronato da un’opera di ripristino delle aree.
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Anche il presidente della Regione Luca Zaia era intervenuto dai microfoni di Radio Cortina alla fine di ottobre per ribadire che il villaggio "verrà costruito e smaltito, ovvero smontato". "All’inizio abbiamo tentato di fare un’operazione per mantenere almeno una parte del villaggio olimpico fisso per i lavoratori. Poi c’è stata una posizione contraria a questa possibilità. E quindi ora si va al noleggio dei container: verrà realizzato un bel villaggio, poi verrà smantellato anche per evitare che la legacy sia una discarica di container".
Zaia desiderava fare chiarezza dopo un intervento del presidente dell’associazione albergatori di Cortina Stefano Pirro, che auspicava che il villaggio rimanesse come foresteria per i lavoratori: "La riconversione del villaggio olimpico in foresteria risolverebbe almeno in parte una criticità endemica per il nostro settore e giustificherebbe anche la spesa per il villaggio stesso. È una soluzione di cui beneficerebbero l’intera comunità ampezzana e l’industria turistica delle Dolomiti, soprattutto in vista dei grandi eventi futuri. Saremmo quindi molto felici se la prospettiva si realizzasse". La convenzione proposta dal comune di Cortina sembrerebbe andare adesso nella direzione auspicata dagli albergatori.
Viste le criticità del sito, nel 2023 era stata avanzata la proposta di realizzare la struttura ricettiva per i Giochi negli spazi dell’ex villaggio Eni di Borca di Cadore, che dista circa 15 chilometri da Cortina. Un’area sufficientemente ampia per ospitare le strutture e già dotata di servizi essenziali. Inoltre, una volta sistemata, a fine evento si sarebbe potuta riconvertirla in un centro da utilizzare per altri scopi, valorizzando a lungo termine l’area. La proposta aveva come sponsor principale il sindaco di Borca di Cadore Bortolo Sala ed era condivisa dal presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, secondo cui il sito, una volta terminati i Giochi, avrebbe potuto "ospitare i lavoratori stagionali ed essere riconvertito in campus universitario".
Una soluzione sostenibile e meno costosa, ben accolta dai sindacati e da Confindustria Belluno, che però non era stata presa in considerazione dal commissario straordinario di governo Luigivalerio Sant’Andrea (poi sollevato dall’incarico), che aveva giudicato il sito "troppo distante da Cortina". Perciò si tornò all’idea iniziale dell’area di Fiames, con la precisazione che si sarebbe comunque trattato di un’opera temporanea, e che il ripristino dello stato delle cose non avrebbe sconvolto l’ambiente di Cortina in modo permanente.
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La piana di Fiames è adiacente al torrente Boite, un luogo che a lungo termine non può essere considerato sicuro
Un problema rimane: la sicurezza, di cui l’improvvisa proroga dei tempi non pare tenere conto. Dietro la scelta dello smantellamento, infatti, esisteva una ragione precisa: il rischio idrogeologico. La piana dell’aviosuperficie di Fiames è adiacente al torrente Boite, un luogo che a lungo termine non può essere considerato sicuro.
"Visto ciò che può accadere, mi parrebbe necessario rispettare le fragilità in modo tale da non dover successivamente correre ai ripari. – commenta Chiara Siorpaes, geologa –. Costruire a ridosso dell’alveo del torrente può avere delle conseguenze". Non ci sono fondate ragioni per cui le grandi opere non debbano sottostare ai limiti imposti ai privati per la costruzione degli edifici a una precisa distanza dai corsi d’acqua. "Possono esserci anche delle criticità legate alle colate detritiche, ma questo non dovrebbe accadere in inverno".
La situazione può invece essere diversa se le strutture dovessero rimanere aperte anche durante i mesi più caldi. "Sull’altro versante – sottolinea Silverio Lacedelli, dottore in Scienze forestali e attivista – ci sono problemi di caduta massi, tanto che a monte sono presenti delle reti paramassi".
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Tempi stretti: solo 13 mesi per la costruzione. Sul sito di Simico, la data ufficiale di fine lavori è il 4 dicembre 2026, 10 mesi dopo la fine dei Giochi
Resta infine il nodo sui tempi. "Dovranno essere realizzate – continua Lacedelli – oltre alla zona residenziale, quella dei servizi e quella adibita alla logistica, anche le aree tecniche. Serve costruire fognature, acquedotto, linea dati e tutte le strutture e i mesi che rimangono a disposizione sono pochi". Un passo in avanti è stato fatto a inizio autunno scorso. Con una determina del 3 ottobre 2024, l’associazione temporanea di imprese Crippacampeggi s.r.l., Losberger de Boerinternational b.v. e Fratelli De Pra s.p.a. si è presentata da sola alla gara per aggiudicarsi i lavori e ha vinto un contratto del valore di 29,7 milioni di euro al netto dell’iva.
Nel documento, l’appalto ha una durata di 830 giorni, che dovrebbe comprendere anche lo smantellamento successivo, questione che lo schema di convenzione potrebbe adesso rimettere in discussione. "Simico ha una durata fino al 31 dicembre 2026, quindi dopo tale data non può assumere nuovi obblighi contrattuali. Chi si sobbarcherà le spese per rimuovere le casette dopo i Giochi?", ha chiesto in consiglio comunale la consigliera di minoranza di Cortina Bene Comune Roberta De Zanna, senza al momento ottenere una risposta. Intanto, l’autorizzazione per l’inizio dei lavori è stata concessa in via d’urgenza. Con l’inizio dei cantieri al 15 dicembre 2024, una previsione di lavori per 13 mesi, la sfida è che sia tutto pronto per l’inaugurazione dei Giochi. In ogni caso, sul sito di Simico, dove si può monitorare lo stato di realizzazione delle opere, la data ultima di consegna è il 4 dicembre 2026, 10 mesi dopo la fine dei Giochi.
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