
Autonomia differenziata, referendum bocciato. Avanti su cittadinanza

1 marzo 2025
L'intuizione che consente oggi di celebrare i trent’anni dalla nascita di Libera la si deve tutta a questa parola: rete. Una parola che Libera ha incarnato fin dal nome, lungo e articolato perché volto a rappresentare una pluralità d’impegno. Quello delle associazioni e quello dei singoli, insieme in mille forme, per porre al centro del dibattito pubblico e con continuità la lotta alle mafie e alla corruzione.
L'editoriale di Luigi Ciotti: Trent'anni di Libera, Luigi Ciotti: "Un impegno senza fine"
Il dna associativo è formato da geni capaci di promuovere ogni giorno forme nuove di essenza e di rappresentanza, rimanendo fedele ai suoi principi fondativi. Questa natura dinamica ha consentito di coltivare, negli anni, un processo di crescita che ha portato Libera a svilupparsi in più direzioni. Una rete interassociativa, composta da molte organizzazioni tra cui le Acli, l’Arci, l’Agesci e i sindacati, che negli anni ha trovato la spinta per non perdere il patto originario tra le realtà nazionali, ma anzi rinnovarlo e rafforzarlo.
Una rete interassociativa che negli anni ha trovato la spinta per non perdere il patto originario tra le realtà nazionali, ma anzi rinnovarlo e rafforzarlo
Una rete territoriale, grazie all’intuizione dei presidi che, all’interno dei coordinamenti, consentono un maggior protagonismo dei singoli, raccolti in piccoli gruppi. Una rete internazionale, che ha generato parallelamente una presenza in America Latina, Europa e Africa.
Riutilizzo sociale sui beni confiscati
Dalla sua nascita, Libera si è battuta affinché i beni sottratti ai mafiosi fossero utilizzati a scopi sociali, come risarcimento alle collettività. Un impegno cominciato con una raccolta firme per l’approvazione della legge, poi proseguito negli anni per difendere questa conquista (ad esempio nel 2009 con la campagna contro la vendita dei beni confiscati) ed estenderla in altri ambiti e parti del mondo.
Legge contro il lavoro nero e il caporalato
Accanto alla Cgil, per molto tempo l’associazione ha chiesto che il reclutamento e lo sfruttamento illegale della manodopera non fosse punito con una semplice ammenda. Dopo una lunga mobilitazione con sindacati e Caritas, nel 2016 il parlamento ha approvato la legge che ha introdotto il reato di caporalato. Inoltre fino al 2023 Libera ha partecipato al tavolo interistituzionale contro lo sfruttamento agricolo.
Protezione dei testimoni di giustizia
Costitutivo della rete è l’impegno al fianco di chi ha deciso di denunciare le mafie. Libera ha sostenuto in ogni sede l’approvazione di norme per la tutela e il sostegno dei testimoni di giustizia. Nel 2013 è arrivata la legge per la loro assunzione diretta nella pubblica amministrazione e alla fine del 2017 l’approvazione definitiva della legge che ha ampliato le misure a loro tutela e garanzia.
Voto di scambio politico-mafioso
In vista delle elezioni politiche del 2013, insieme al Gruppo Abele, Libera ha lanciato la campagna Riparte il futuro per chiedere ai nuovi parlamentari di rinnovare le leggi contro la corruzione e modificare l’articolo 416-ter del codice penale sul voto di scambio politico-mafioso. Sono state raccolte oltre 750mila firme. La modifica del reato è diventata legge nell’aprile del 2014.
Prevenzione della corruzione
Cartoline per fermare la corruzione. È la campagna Corrotti con cui nel 2012 Libera e Avviso Pubblico hanno chiesto al presidente Giorgio Napolitano di intervenire affinché governo e parlamento adeguassero le norme anticorruzione prevedendo la confisca dei beni a corrotti e il successivo riutilizzo sociale. Nell’autunno 2017 è arrivata anche la legge sul whistleblowing, a tutela dei segnalanti.
Delitti contro l’ambiente nel codice penale
Dalla fine degli anni Novanta Libera ha sostenuto la battaglia di Legambiente contro le ecomafie e per l’introduzione nel codice penale dei delitti contro l’ambiente. Nel marzo 2001 arriva il primo risultato, con l’approvazione del reato di traffico illecito di rifiuti. Bisognerà però aspettare il 19 maggio 2015 per l’adozione della legge sui delitti contro l’ambiente (ecoreati).
La Giornata della memoria e dell’impegno
L’8 marzo 2017 è stata approvata la legge che istituisce la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, da celebrarsi il 21 marzo di ogni anno.
Libera quindi ha interpretato la parola rete, già di per sé portatrice di legami e spinta collettiva, declinandola al plurale: una rete che si è fatta rete di reti. Questa formula ha permesso di rispondere ai cambiamenti sociali, raccogliere le istanze e i bisogni che arrivano dalla base e abbracciare quindi le nuove sfide del nostro tempo, generando con costanza un’azione politica. Uno degli aspetti più distintivi di Libera è infatti la capacità di promuovere il protagonismo civico in relazione all’interesse comune.
Uno degli aspetti più distintivi di Libera è la capacità di promuovere il protagonismo civico in relazione all’interesse comune
In un’epoca in cui lo spazio privato tende a prevalere su quello pubblico, Libera ha saputo tutelare e rafforzare il ruolo dei cittadini come attori principali del cambiamento sociale. Per spingere in questa direzione, il lavoro sui territori è il tassello fondamentale per creare partecipazione e azione diretta. Oggi lo spazio pubblico è spesso minacciato dall’avanzata dello spazio privato (ancorché spesso rappresentato come pubblico, si pensi alle finte piazze dei social network) e le realtà di base hanno il compito di difendere lo spazio civico, dimensione nella quale si tutelano le libertà fondamentali e si assicura, in una logica inclusiva, il coinvolgimento delle persone nella vita politica, economica e sociale.
Riforma sulla cittadinanza per far parte di una comunità
Libera interpreta la difesa di questo spazio come precondizione per una piena affermazione della democrazia e per consentire l’apertura di canali di dialogo e pressione civica nei confronti delle istituzioni.
Fin dalla sua nascita, l’azione di advocacy è stata una delle chiavi del suo impegno. La prima proposta di legge, che ha consentito dal 1996 di arrivare al riutilizzo sociale dei beni confiscati, è stata possibile grazie all’attivazione di oltre un milione di persone. In questa direzione, nell’arco degli anni, si sono susseguite molte battaglie che hanno portato le istanze "dalla piazza al palazzo", modificando le normative presenti e ampliando le possibilità di contrasto a mafie e corruzione.
Dal crimine alla comunità: il riuso sociale dei beni confiscati avanza in Europa
Oltre al citato impegno sui beni confiscati, rispetto al quale si è giunti all’approvazione di due direttive europee, oltre alle leggi nazionali, è lungo l’elenco delle proposte di legge per le quali la rete interassociativa ha generato mobilitazioni di ogni sorta, nazionali e internazionali. Si pensi all’impegno per l’approvazione della legge contro il lavoro nero e il caporalato, alla protezione dei testimoni di giustizia, alla modifica sul voto di scambio politico-mafioso, all’impegno per l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice penale, alla pressione per arrivare alla prima legge che prevede la prevenzione della corruzione, recentemente implementata con il recepimento della normativa sul whistleblowing, all’istituzione della Giornata della memoria e dell’impegno.
Ma se molte leggi sono state approvate, tanti sono i percorsi ancora in attesa di una risposta da parte del legislatore. Libera oggi continua a battersi per l’ampliamento dei diritti delle vittime innocenti delle mafie e dei loro familiari, attraverso la piattaforma Diritti Vivi; chiede a gran voce una regolazione sul conflitto di interessi e il lobbying; domanda che sia possibile una “terza via” per le donne e i figli di famiglie criminali che vogliano trovare un futuro lontani dal proprio contesto; sottolinea l’importanza di un riordino e una riduzione in tema di gioco d’azzardo.
Libera continua a battersi per l’ampliamento dei diritti delle vittime innocenti delle mafie e dei loro familiari, attraverso la piattaforma Diritti Vivi
Particolare attenzione va posta verso quelle conquiste legislative che rischiano di essere oggetto di arretramento sul fronte del contrasto antimafia, come nel caso della legge sulla produzione e il commercio degli armamenti, allo stop alla pubblicazione degli atti giudiziari, che comprime la libertà di informazione, alla revisione sullo scioglimento degli enti locali per infiltrazioni mafiose e all’istituto delle interdittive antimafia. Un elenco non esaustivo, che connota la forza delle mafie come tassello del più ampio mosaico del crimine dei potenti.
Crimini dei potenti, Ciotti: "Possiamo cambiare"
Dinanzi a fenomeni che attraversano tutti i settori economici e sociali, trovando sponde negli apparati politici, è chiara la necessità di un apparato di norme capaci di intervenire nei diversi ambiti interessati dalla presenza criminale. Non ci sono ricette semplici, elenchi brevi di ingredienti: è fondamentale un approccio sistemico, che tenga insieme il fronte repressivo con quello preventivo e riconosca il ruolo della cittadinanza come agente lievitante di cambiamento. La rete di Libera continuerà ad esserci, per fare la propria parte.
Da lavialibera n° 31, È tempo di muoversi
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