30 giugno 2022
Era facile immaginare che la discussione sullo ius scholae sarebbe stato un percorso in salita, e la pioggia di emendamenti presentati nelle scorse settimane da Lega e Fratelli d’Italia (oltre 700) ha confermato le previsioni. Il testo è comunque approdato alla Camera, anche con l’appoggio iniziale di Forza Italia, che ieri però si è spaccata nella votazione in Commissione Affari Costituzionali.
Tutti gli stereotipi su cui si fondano la posizioni contrarie alla riforma
Oggi il deputato Pd Emanuele Fiano ha chiesto e ottenuto di posticipare fra cinque giorni l’avvio della discussione. L'obiettivo del centrosinistra, che sostiene il ddl, è evitare che il provvedimento, insieme a quello sulla produzione di cannabis per fini personali, finisca in coda al calendario di luglio – già intasato dai decreti su aiuti e semplificazioni fiscali – e quindi slitti a settembre. O si areni per l'ennesima volta, come accaduto in passato.
Quando Giorgia Meloni diceva: "Aperta allo ius culturae. Ius soli mai"
Il testo in votazione vuole apportare alcune modifiche alla legge 91 del 1992, cioè alle norme sulla cittadinanza. La modifica più rilevante è l'introduzione di un articolo, il comma 2-bis dell’articolo 4 del testo, che prevede che possano ottenere la cittadinanza italiana i bambini e le bambine con genitori stranieri, nati in Italia o arrivati in Italia entro i 12 anni di età, se hanno risieduto “legalmente e senza interruzioni” e se hanno frequentato “regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici di istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione oppure percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale". Dovranno essere i genitori (entrambi “legalmente residenti in Italia”, si legge nel testo) oppure chi ne fa le veci a esprimere, per conto del minore, la volontà di ottenere la cittadinanza italiana. Dovranno dichiararlo all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore. La proposta lascia aperta una porta: “Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza”.
Quanti ne beneficerebbero? Circa un milione di persone. Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione, su oltre 8 milioni e mezzo di alunni nelle scuole italiane, sono oltre 870.000 le studentesse e gli studenti senza cittadinanza italiana. Tra questi, quasi il 60 per cento è nato in Italia.
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