Roma 2017. Sit-in di protesta in Piazza Montecitorio. Foto di A. Cristini
Roma 2017. Sit-in di protesta in Piazza Montecitorio. Foto di A. Cristini

Ius scholae e cannabis, voto rinviato alla prossima settimana

Deciso il rinvio alla prossima settimana dei provvedimenti Ius scholae e cannabis. Da subito contrari alla riforma della legge sulla cittadinanza Lega e Fratelli d'Italia, adesso si spacca anche Forza Italia

Redazione <br> lavialibera

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30 giugno 2022

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Era facile immaginare che la discussione sullo ius scholae sarebbe stato un percorso in salita, e la pioggia di emendamenti presentati nelle scorse settimane da Lega e Fratelli d’Italia (oltre 700) ha confermato le previsioni. Il testo è comunque approdato alla Camera, anche con l’appoggio iniziale di Forza Italia, che ieri però si è spaccata nella votazione in Commissione Affari Costituzionali.

Tutti gli stereotipi su cui si fondano la posizioni contrarie alla riforma

Oggi il deputato Pd Emanuele Fiano ha chiesto e ottenuto di posticipare fra cinque giorni l’avvio della discussione. L'obiettivo del centrosinistra, che sostiene il ddl, è evitare che il provvedimento, insieme a quello sulla produzione di cannabis per fini personali, finisca in coda al calendario di luglio – già intasato dai decreti su aiuti e semplificazioni fiscali – e quindi slitti a settembre. O si areni per l'ennesima volta, come accaduto in passato.

Quando Giorgia Meloni diceva: "Aperta allo ius culturae. Ius soli mai"

Cosa prevede la riforma

Il testo in votazione vuole apportare alcune modifiche alla legge 91 del 1992, cioè alle norme sulla cittadinanza. La modifica più rilevante è l'introduzione di un articolo, il comma 2-bis dell’articolo 4 del testo, che prevede che possano ottenere la cittadinanza italiana i bambini e le bambine con genitori stranieri, nati in Italia o arrivati in Italia entro i 12 anni di età, se hanno risieduto “legalmente e senza interruzioni” e se hanno frequentato “regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici di istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione oppure percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale". Dovranno essere i genitori (entrambi “legalmente residenti in Italia”, si legge nel testo) oppure chi ne fa le veci a esprimere, per conto del minore, la volontà di ottenere la cittadinanza italiana. Dovranno dichiararlo all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore. La proposta lascia aperta una porta: “Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza”.
Quanti ne beneficerebbero? Circa un milione di personeSecondo i dati del Ministero dell'Istruzione, su oltre 8 milioni e mezzo di alunni nelle scuole italiane, sono oltre 870.000 le studentesse e gli studenti senza cittadinanza italiana. Tra questi, quasi il 60 per cento è nato in Italia. 

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