4 ottobre 2023
“Signore e signori, stiamo entrando in una turbolenza. Siete pregati di tornare ai vostri posti e di allacciare le cinture di sicurezza". Viaggiando in aereo, sarà sempre più frequente ascoltare queste frasi, visto i cambi repentini e inaspettati delle condizioni atmosferiche. È una delle conseguenze della crisi climatica, a cui l’aviazione è costretta a rispondere per tentare di migliorare l’esperienza dei passeggeri, non avere grandi perdite economiche e, intanto, continuare sulla strada della diminuzione delle emissioni di gas climalteranti.
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Il settore è vincolato all’obiettivo emissioni net-zero entro il 2050, ossia la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra il più vicino possibile allo zero, come deciso nella Cop15 di Parigi. Ma mentre cambiamenti radicali faticano a decollare, ai piloti viene insegnato come gestire i cambi meteorologici improvvisi.
Entro la fine del secolo, oltre due terzi dei 270 aeroporti costieri o costruiti poco sopra il livello del mare sono a rischio inondazione. Gli effetti possono essere molteplici, dai piccoli ritardi, fino alla cancellazione di tratte o la chiusura degli impianti per giorni. Un costo giornaliero che ammonta a circa 18 milioni di euro, per quanto riguarda strutture di grandi dimensione.
Entro la fine del secolo, oltre due terzi dei 270 aeroporti costieri o costruiti poco sopra il livello del mare sono a rischio inondazione
Il messaggio arriva direttamente da Eurocontrol, organizzazione paneuropea civile-militare dedicata al supporto dell’aviazione. In uno studio pubblicato nel 2021, l'agenzia sottolinea quali siano i fattori da tenere in considerazione: oltre alla posizione degli aeroporti, vengono messi in evidenza l’aumento delle turbolenze, i conseguenti ritardi e l’aggiustamento delle rotte.
Un milione di chilometri, 6mila tonnellate di carburante extra, 19mila tonnellate di CO2 prodotte: sono le cifre che raccontano le deviazioni degli aerei per evitare le forti turbolenze. Questi numeri aumenteranno nei prossimi anni, con evidenti problemi per la gestione delle tratte.
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Se si guarda il fenomeno dalla prospettiva del settore dell’aviazione, è previsto anche un grande aspetto positivo: le correnti a getto più forti potrebbero ridurre la durata dei voli, sia verso est che in direzione ovest. Si consentirebbe un risparmio di 55mila tonnellate di carburante entro il 2050, che corrispondono a circa 175mila tonnellate di anidride carbonica. “Le proiezioni – dicono dall’agenzia – indicano che i giorni di pioggia estremi e i temporali aumenteranno nell’Europa settentrionale e diminuiranno in quella meridionale. Questo avrà effetti su tutta la rete”. Un adattamento che potrebbe sembrare addirittura rassicurante e in linea con gli obiettivi internazionali, ma il prezzo da pagare rimane alto, in ogni caso.
L’aviazione è in parte responsabile del cambiamento climatico, ma i nostri risultati mostrano per la prima volta come il cambiamento climatico potrebbe influenzare l’aviazione
Questo dato, infatti, trova bilnciamento con i risultati di altre ricerche. Una di queste è quella condotta dall’Università di Reading, che ha esaminato le turbolenze negli ultimi 40 anni. La durata annuale totale di turbolenze forti è aumentata del 55 per cento tra il 1979 e il 2020.
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Anche se raramente sono pericolose per i passeggeri, diverso è l’impatto sull’ambiente, portando a voli transatlantici più accidentati. “L’aviazione è in parte responsabile del cambiamento climatico – scrivono gli scienziati in una ricerca pubblicata su Nature –, ma i nostri risultati mostrano per la prima volta come il cambiamento climatico potrebbe influenzare l’aviazione”.
L'obiettivo ambizioso è quello di riuscire a rendere questo mezzo di trasporto più sostenibile: è responsabile dell’8 per cento della produzione di gas climalteranti. Nonostante gli sforzi, il settore non è sulla buona strada per raggiungere il traguardo delle emissioni nette zero entro il 2050. Il target è stato adottato nel 2022 dall’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale.
Ottenere un mix equilibrato tra sostenibilità economica e ambientale può risultare un’impresa difficile senza i mezzi adeguati
L’Unione europea, in questo senso, a fine aprile ha trovato un accordo sul programma ReFuelEU aviation, una misura che da sola dovrebbe far diminuire le emissioni di anidride carbonica di circa due terzi entro metà di questo secolo rispetto a uno scenario di completa inazione. Al centro di questo cambiamento si trovano i Saf, biocarburanti che entreranno sempre di più a fare parte della miscela utilizzata. A confermarlo a lavialibera è la stessa Eurocontrol: “L’uso di carburanti sostenibili per l’aviazione negli aeroporti europei è una delle misure più importanti per la decarbonizzazione ed è già obbligatorio in Svezia e Norvegia. Unito al rinnovo della flotta e al miglioramento della gestione del traffico aereo, porterà a una diminuzione dell’impatto complessivo”.
Ottenere un mix equilibrato tra sostenibilità economica e ambientale può risultare un’impresa difficile senza i mezzi adeguati. Anche per questo motivo sono nati diversi modelli per monitorare i vari scenari futuri.
Tra questi anche Cascade, sviluppato dall'azienda Boeing, utilizzato anche dalla Nasa, che esamina tutte le fasi del ciclo di vita delle fonti energetiche alternative per l’aviazione e quantifica il potenziale delle strategie da mettere in atto: un modo di visualizzare l’impatto climatico reale di ciascuno dei percorsi di decarbonizzazione focalizzati all’obiettivo dello zero netto entro il 2050. Uno è quello descritto nel grafico qui sotto, formato dal 17 per cento di diminuzione delle emissioni dovute al rinnovo delle flotte e la stessa percentuale ottenuta grazie a muove tecnologie, quasi il 10 per cento attraverso l'efficientamento, ben il 35 per cento con l'utilizzo di carburanti più sostenibili e altre misure basate sul mercato (come l'incentivo agli investimenti per ridurre l'impronta) per il 21 per cento.
Secondo Chris Raymond, Chief sustainability officer di Boeing, si tratta di “uno strumento per riunire gli interessi e far incontrare aviazione, energia, finanza e politica”. Un modo per innescare una turbolenza nel settore ed escogitare soluzioni che possano essere realmente verdi.
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