10 luglio 2024
“In Italia, purtroppo, manca una legge sui portatori di interesse”, cioè una legge che definisca chi sono e cosa possono fare i lobbisti. E senza quello, tutto un apparato di norme e strumenti contro la corruzione e per la trasparenza delle decisioni pubbliche viene meno. È l'allarme lanciato dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia venerdì 5 luglio da Savignano sul Panaro (Modena), durante l'incontro “Anticorruzione istituzionale e anticorruzione civica: intrecci nell’impegno contro i meccanismi corruttivi”, con don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele.
Rispondendo a una domanda sull’opacità delle decisioni dei ministeri sul Pnrr o in materia ambientale, come dimostra l’assenza di un’agenda degli incontri tra i vertici del ministero dell’Ambiente e i lobbisti, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha spiegato che “le varie agende degli incontri non sono obbligatorie per legge e non c’è la possibilità di imporle”. Inoltre, potrebbero essere strumenti monchi: “Quando l’amministratore delegato di un’azienda incontra un ministro in un evento sportivo, in un circolo o in una manifestazione pubblica, quest’incontro non sarebbe censito. Nell’agenda quindi noi avremmo gli incontri di un collaboratore dell’ad (come il responsabile delle relazioni istituzionali, ndr), ma non l’ad, e gli incontri più importanti potrebbero sfuggire”.
Questo non vuol dire che l’agenda pubblica e gli albi dei lobbisti siano strumenti utili: “È importante avere l’agenda pubblica, aiuta a capire quali sono i contatti; è importante l’elenco dei portatori di interesse, ma forse più importante è quando c’è una decisione pubblica, ci devono essere canali trasparenti in cui tutti possono dire la loro e vedere cosa è stato detto. Poi il decisore pubblico sceglie e se ne assume la responsabilità ed è chiaro a chi ha dato ragione e a chi ha dato torto”. Si tratta, in altre parole, di “creare canali trasparenti attraverso i quali le lobby più o meno potenti possano far arrivare la loro voce al decisore pubblico”.
"Quello che manca è l'uguaglianza fra i portatori di interesse e la capacità di rendere pubbliche le diverse proposte"
“Ora si sta pensando di modificare il traffico di influenze e una delle ragioni per cui non è chiaro è perché noi non abbiamo definito le lobby, i portatori di interesse”, ha aggiunto Giuseppe Busia, ricordando quanto sostiene il Consiglio d’Europa nel suo ultimo rapporto sull’importanza di una legge sui portatori di interesse. “Il motivo per cui si dice che la norma sul traffico di influenze è ambiguo è perché non si sa neanche cosa c'è dall'altra parte. Quindi il primo investimento da fare è avere una buona legge sui portatori di interesse per rendere trasparenti innanzitutto le volontà e le proposte”.
E questo potrebbe avere dei benefici maggiori sui processi decisionali: “Il canale pubblico non serve a chi arriva già, alle lobby più potenti: loro non hanno bisogno di presentare una proposta perché invitano a un dibattito, hanno soldi per fare importanti pubblicazioni, hanno possibilità di influenzare l'opinione pubblica in varie maniere. Quello che manca è l'uguaglianza fra i portatori di interesse e la capacità di rendere pubbliche le diverse proposte. Io credo che questo sia il primo tassello dopo il quale, allora, altri istituti come l'agenda pubblica e l'albo dei portatori di interesse possono avere una funzione”.
Ambiente ed energia, la carica delle lobby italiane
"A parità di dati, la piattaforma unica della trasparenza dà molte più informazioni utili. Si restituiscono le informazioni che i cittadini vogliono di più: vogliono sapere come si stanno spendendo i soldi, come si usa il patrimonio immobiliare"
L’Anac, inoltre, sta lavorando a una piattaforma unica per la trasparenza in cui concentrare i contenuti rilevanti. “Fare una piattaforma unica costa meno di fare tantissime sezioni 'Amministrazione trasparente' sui diversi siti. Ha minori oneri per le amministrazioni, quindi semplifica. Consente di vedere in un unico luogo e di confrontare perché se io so solo che il comune X ha fatto questa cosa ma l'ha fatta lui e non guardo contemporaneamente cosa hanno fatto gli altri, non ho un metro di confronto. A parità di dati, la piattaforma unica della trasparenza dà molte più informazioni utili. Si restituiscono le informazioni che i cittadini vogliono di più: vogliono sapere come si stanno spendendo i soldi, come si usa il patrimonio immobiliare, vogliono capire anche quanto il proprio comune o gli altri enti sono nella media degli altri”.
L’Anac vuole fornire quindi “strumenti per rielaborare i documenti” e la piattaforma unica della trasparenza può “consentire ai cittadini di creare la propria informazione”.
Pnrr, Libera e Gruppo Abele: la trasparenza è (ancora) una chimera
"Dobbiamo dimostrare concretamente che queste regole consentono un'amministrazione più efficiente, consentono di spendere meglio i soldi pubblici"
Per questo “occuparsi di appalti pubblici è importante – ha detto –. Gli appalti non sono una cosa per tecnici, sono le maniere con cui le istituzioni intervengono per costruire scuole, ospedali... tutto questo viene perduto quando qualcuno inquina le pratiche e gli appalti”. E, in questo quadro, "le regole di prevenzione non sono un onere, ma una maniera per agire meglio". Per questo "dobbiamo dimostrare concretamente che queste regole consentono un'amministrazione più efficiente, consentono di spendere meglio i soldi pubblici, consentono di garantire partecipazione. Anzi, aiutano davvero a far sì che i diritti siano realmente considerati come qualcosa di proprio, non solo qualcosa che si può esercitare a giorni alterni, ma sono qualcosa che va coltivato". Perché "è bene investire nella trasparenza" e perché così si può dare "un contributo attivo all'amministrazione perché lei faccia meglio il proprio mestiere".
Codice appalti, la criminalità ringrazia
Busia ha fatto un passaggio sul nuovo codice degli appalti, in cui "ci sono molte cose buone, ma ci sono disposizioni che non vanno in senso della trasparenza, in nome della velocità si possono fare affidamenti senza gare – ha ribadito –. Il subappalto a cascata è qualcosa in cui perdono tutti, in primis i lavoratori con meno diritti e i cittadini”. Questo può essere un rischio perché “siamo in un momento di grandi investimenti, ci sono tanti soldi da spendere subito e i rischi che si annidi la corruzione è grave”. È ben consapevole della necessità di dare velocità alle pratiche e ai lavori, per questo l’Anac ha “proposto leggi per andare più veloce”, ma resta sul punto: “Sono soldi dei cittadini che servono a risolvere problemi e costruire ciò di cui la società ha bisogno, dobbiamo evitare le opacità”.
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