Libera nei processi. In parte civile, in parte civica

Al fianco di familiari e testimoni di giustizia. La costituzione di Libera nei processi antimafia in tutta Italia è strumento di lotta, formazione e partecipazione della cittadinanza

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

1 marzo 2025

Sono quasi 50 i processi di mafia in cui Libera si è costituita parte civile, per sottolineare la loro importanza nell’accertamento della verità e ottenere un eventuale risarcimento per il danno creato alla società.

Sostegno ai familiari e partecipazione

Fin dai primi passi, l’associazione ha cercato di accompagnare e sostenere – anche con l’aiuto di alcuni avvocati – i familiari delle vittime di mafia e i testimoni di giustizia. Lo ha fatto ad esempio davanti al Tribunale di Catania, nel processo per l’omicidio di Pierantonio Sandri, un giovane ucciso a Niscemi nel settembre 1995 perché testimone di un attentato: dopo la morte della madre, Ninetta Burgio, i volontari di Libera a Catania si sono organizzati per seguire il processo al posto della donna.

La prima volta che l’associazione si è costituita parte civile è stata nel 2011, nel processo contro i mafiosi Vincenzo Virga e Vito Mazzara, autori dell’omicidio di Mauro Rostagno. Da quel momento in poi le udienze sono state vissute come momenti di partecipazione civica. "Portavamo gli studenti ad assistere alle udienze e in qualche occasione il presidente della Corte d’assise spiegava ai giovani i meccanismi dei processi", ricorda l’avvocata Enza Rando, già vice presidente di Libera e attualmente senatrice del Partito democratico.

Ora è una costante: "I processi sono parte di un momento di educazione e crescita. Ci sono dei momenti di preparazione alle udienze e di restituzione alla collettività", spiega Giuseppe Rizzo, avvocato che rappresenta Libera in molti procedimenti.

Nei tribunale, da sud a nord

Tra i tanti processi in cui Libera si è costituita parte civile ricordiamo, a Palermo, quelli sulla trattativa Stato-mafia (leggi la storia), contro l’ex senatore Antonio D’Alì (leggi l'articolo) e contro Matteo Messina Denaro.

A Reggio Calabria ha seguito i processi Meta e Gotha (leggi la storia), mentre in altri tribunali calabresi segue i filoni di Rinascita-Scott (leggi la cronaca).

A Napoli l’associazione si è costituita parte civile nel processo Caffè macchiato e a Roma in quelli nato dall’operazione Mafia capitale.

A Firenze, Libera era presente al processo contro Totò Riina per la strage del Rapido 904 (leggi la storia).

In Emilia-Romagna si è costituita in Aemilia (leggi l'articolo), a cui hanno assistito quasi 3mila gli studenti grazie alle iniziative dell’associazione. A Torino nel processo Minotauro (leggi l'articolo). L’ultima sentenza che ha riconosciuto il ruolo di Libera è quella del processo Radici al Tribunale di Ravenna sul riciclaggio di denaro sporco. Molti altri sono ancora in corso.

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