Ne emerge l’immagine di un’organizzazione criminale che – scrive la criminologa Anna Sergi – in casa si dimostra legata alle tradizioni e all’estero all’innovazione imprenditoriale. Germania, Belgio e Portogallo sono alcuni degli Stati europei in cui gli uomini delle cosche hanno messo radici e insediato i loro affari.
L’Intervista col presente di questo numero è a Salvatore Ceccarelli e Stefania Grando, due genetisti che hanno predisposto un programma scientifico con cui permettere ai contadini dei paesi in via di sviluppo di piantare varietà autoctone, rendendoli padroni delle loro coltivazioni. Nell’infografica illustriamo i dati di una sanità pubblica su cui le amministrazioni investono sempre meno, mettendo in fuga il personale e innescando attese sempre più lunghe per i pazienti.
Nella quarta sezione della rivista raccontiamo lo spaccato di via Gola, a Milano, zona vicinissima ai locali della movida, ma dove mancano le condizioni per una vita dignitosa. Kavista Krishnan, attivista e politica indiana, spiega le difficoltà delle donne e delle femministe nell’India guidata da Narendra Modi e ancora dominata da un sistema di caste. Un reportage dal Mozambico racconta le condizioni di questo Stato africano affacciato sull’Oceano indiano, ricco di risorse naturali e obiettivo delle mire espansionistiche dell’Isis.
Nelle graphic story realizzate dalla Scuola Comics di Torino troviamo il racconto delle proteste di Ultima generazione per sollevare l’attenzione sulla crisi climatica. In Culturama si affronta un tema legato alla sostenibilità, quello dell’industria editoriale che produce e distribuisce molti più libri di quanti ne venda. La rubrica Facciamo squadra guarda già a Parigi 2024, interrogando uno storico dello sport, Nicola Sbetti, sul legame tra Olimpiadi e guerre.